
Quando ero piccolo, pochi anni fa, alcune volte seguivo mio padre in valle, dai suoi clienti.

A quel tempo, il mondo era circoscritto nel raggio di pochi chilometri dalla sua officina. I suoi clienti erano nell’area Bergamasca, terra di lavoratori, e nell’area della Brianza, terra d’arte mobiliera.
Io non capivo ma osservavo . Osservavo i macchinari, il legname, i particolari lavorati al tornio. A quel tempo la maggior parte dei torni erano macchine molto semplici, dove il pezzo di legno veniva bloccato fra la punta di trascinamento del mandrino e la punta di supporto della contropunta: La lavorazione era eseguita manualmente con un utensile tenuto fra le mani (scalpello) . Osservavo le persone che lavoravano al tornio, sembravano Maghi in luoghi magici.

Nella bottega si respirava l’essenza del legno e si vedeva l’estro dell’artista. Non erano industrie di produzione ma erano luoghi dove il fare era legato alla capacità dell’uomo.

In questi luoghi si è sviluppata l’esperienza diretta nel lavoro che si è trasformata in “imprenditorialità Italiana!. Quella imprenditorialità che oggi sta svanendo con gli ultimi artigiani.

Erano quelle botteghe dove i giovani imparavano l’uso degli attrezzi manuali e dove dopo una adeguata istruzione, i ragazzi si trasformavano in imprenditori.

Imprenditori della produzione creativa. (non si copiava)

Imprenditori del prodotto vero (non virtuale).

Imprenditori di valore aggiunto (visibile, quello vero).

La globalizzazione ha fatto un passo lungo, forse troppo lungo rispetto le conoscenze della gente comune. La nostra storia, la storia d’Italia, è stata colma di produzioni artistiche, riconosciute dal mondo come UNICHE. Nasceva allora l’ITALIANITA’. Oggi possiamo affermare che è mancata una generazione o forse due generazioni per il fare italiano e la creatività sta svanendo nella semplicità della standardizzazione!!


La bottega del Bocci , alla luce dei suoi 103 anni ancora attivo, perchè amante del proprio lavoro.
AUGURI ALLE PROSSIME GENERAZIONI !!!









