La tornitura del legno
La tornitura del legno è senz’altro una delle lavorazioni più tipiche e tradizionali.
Nata a livello artigianale, quando ancora non esisteva neppure il concetto di industria, ha continuato ad essere eseguita con macchine molto semplici e rudimentali per centinaia d’anni.

Solo in questi ultimi decenni, con notevole ritardo rispetto ad altri tipi di macchine, il tornio ha cominciato ad evolversi tecnologicamente passando in pochi anni da quello tradizionale a mano, a torni con copiatura meccanica prima , pneumatica e oleodinamica poi, fino ad arrivare alle odierne sofisticate attrezzature di concezione industriale.
Negli ultimi anni il balzo tecnologico che ha caratterizzato in genere tutte le macchine per la lavorazione del legno ha visto in primo piano le macchine per la tornitura e le tornerie del legno sono diventate in tutto e per tutto vere e proprie industrie, modernamente organizzate e con ritmi di produzione elevatissimi.
L’avvento dell’elettronica anche in questo tipo di attrezzature ha permesso infatti di realizzare prodotti di alta tecnologia, automatismi fino a pochi anni fa impensabili, linee complete di refenditura, tornitura, levigatura, foratura e inserimento di particolari meccanici per il montaggio di pezzi finiti ( vedi viti e bussole ) in modo completamente indipendente dall’intervento e dalla capacità dell’operatore. E’ iniziata anche in questo campo l’era delle macchine “intelligenti” , semplificando, grazie al sempre più largo impegno di componenti elettronici, la fase di preparazione della macchina stessa e, con l’ulteriore riduzione di tempi morti e passaggi improduttivi, aumentandone enormemente la redditività.
E’ quindi in presenza di questi nuovi prodotti che la torneria degli anni ’80 si configura in un modo del tutto nuovo, con differenti soluzioni a seconda del tipo d’impostazione economica e delle caratteristiche del mercato in cui opera.
Le possibili soluzioni

Nei vari Paesi e nei diversi tipi di economia, il problema della tornitura del legno viene affrontato e risolto con soluzioni diametricalmente opposte, legate soprattutto alle caratteristiche del mercato finale del prodotto. Più precisamente, nell’Europa occidentale e nel Continente americano l’estrema polverizzazione e specializzazione aziendale hanno portato alla nascita di piccole aziende di tornitura, spesso su base familiare , che lavorano come subfornitori di aziende maggiori.
Queste microaziende lavorano in genere quantitativi molto limitati, con pezzi di notevole ricercatezza e difficoltà tecnica e hanno bisogno di macchine semiautomatiche ( più semplici ) , con tempi di attrezzatura molto accorciati, visto che è frequente il cambio del tipo di lavorazione. Solo in alcuni casi, per aziende di grandi dimensioni (grosse fabbriche di mobili o di cucine ), o per produzioni speciali (manici per utensili, accessori per tendaggi, etc…) trovano impiego le macchine più sofisticate e a grande produttività.
Il discorso cambia nei Paesi ad economia di Stato, ove la possibilità di una vera e propria programmazione permette di realizzare lavori quantitativamente considerevoli e di sfruttare perciò appieno attrezzature più sofisticate e di maggior impegno economico, ma anche molto più produttive.
In questi ultimi tempi il già ricordato avvento dell’elettronica ha consentito di ridurre fortemente i tempi di preparazione delle macchine, rendendole utilizzabili in modo economico non solo per le grandi serie di pezzi, ma anche per le produzioni di media quantità.
Dobbiamo a questo punto parlare delle linee automatiche di tornitura e levigatura (ed eventuali operazioni complementari) o meglio ancora, valutando quanto realizzato negli ultimi tempi, dei torni multimandrino, capaci di riunire in un’unica macchina le funzioni prima svolte da macchine diverse (separate o collegate).










